L'Acqua del Rubinetto.
Quella che viene comunemente chiamata "Acqua del Rubinetto", è l’acqua fornita dalle aziende acquedottistiche attraverso la rete idrica. Per legge deve possedere un requisito fondamentale quale la "Potabilità" e pertanto è al centro di un sistema che funziona bene e offre ampie garanzie ai cittadini.
Per essere considerata potabile l’acqua dev’essere priva di microrganismi, batteri o larve di parassiti che potrebbero provocare malattie, non deve essere inquinata né contenere sostanze chimiche potenzialmente dannose. Infine, nell’acqua potabile non devono trovarsi disciolte sostanze che la rendano sporca o colorata, o che le diano un odore o un sapore particolare.
All’acqua che arriva direttamente nelle abitazioni, in un numero sempre maggiori di comuni, si sono recentemente affiancate le così dette "Case dell’Acqua" ovvero erogatori di acqua pubblica che dovrebbero garantire la distribuzione di acqua liscia o frizzante, sicura e sempre refrigerata.
L'Acqua Purificata.
L’acqua purificata è quella trattata con dispositivi che vanno a modificare alcune caratteristiche dell’acqua del rubinetto, ad esempio l’odore e il sapore. L’esempio classico è rappresentato dai trattamenti per eliminare il sapore o l’odore di cloro.
I dispositivi per ottenere acqua purificata sono sempre più diffusi, sia nelle case che negli esercizi pubblici.
TRA LE VARIE TECNOLOGIE DISPONIBILI TROVIAMO:
purificatori a osmosi inversa;
addolcitori a scambio ionico;
filtri meccanici;
dosatori di reagenti chimici;
filtri a carbone attivo;
dispositivi basati su principi di funzionamento esclusivamente fisico (campi elettromagnetici).
Anche se possono tornare utili per migliorare il sapore e l’odore dell’acqua, tutte queste apparecchiature devono essere installate e manutenute in modo corretto, così da evitare possibili problemi e rischi igienico-sanitari. Per questo motivo il Ministero della Salute ha emanato un regolamento che prescrive norme tecniche per i vari tipi di apparecchiature domestiche.
L’acqua purificata non preconfezionata che viene servita negli esercizi pubblici deve riportare la denominazione di vendita: “Acqua Potabile Trattata”, oppure “Acqua Potabile Trattata e Gassata” se è stata addizionata di anidride carbonica (D.Lgs.23 giugno 2003 art.13).
Queste indicazioni dovrebbero essere obbligatoriamente indicate sui listini, sul menù e sulle caraffe contenenti l’acqua trattata. Gli esercenti non possono quindi somministrare in modo ingannevole acqua purificata al consumatore, servendola al posto dell’acqua preconfezionata richiesta.
L’acqua purificata preconfezionata deve essere invece commercializzata con regolare etichettatura. L’etichetta deve riportare la sua composizione salina dopo gli eventuali trattamenti effettuati, oltre al T.M.C. (Termine Minimo di Conservazione), cioè la data fino alla quale il prodotto mantiene le sue proprietà specifiche se conservata in modo corretto.
Acqua di Sorgente.
L’acqua di sorgente è un’acqua confezionata diversa dalle acque normali minerali e molto popolare in alcuni paesi dell’Unione Europea.
L’acqua di sorgente, nota come "Eau de Source" in Francia e "Spring Water" nei Paesi Anglosassoni, è una particolare tipologia di acqua da bere confezionata. Dal punto di vista della composizione chimico-fisica e batteriologica non è molto differente dalle acque minerali naturali. Tuttavia, diversamente da queste ultime, in base al D.L. 339 4/8/1999 non può vantare in etichetta effetti benefici sulla salute.
Il packaging delle acque di sorgente è sostanzialmente identico a quello delle più blasonate acque minerali naturali, che restano però le uniche autorizzate a usare la dicitura “acqua minerale naturale”.
L’acqua di sorgente ha origine rigorosamente sotterranea, sgorga infatti dalle rocce e da terreni profondi. Per la sua commercializzazione, regolata dal decreto 176/2011, è necessario il riconoscimento del Ministero della Salute, che ne attribuisce la qualifica dopo aver valutato analisi chimiche, chimico-fisiche, microbiologiche stagionali e la relazione geologica.
Le acque di sorgente devono rispettare il requisito della purezza microbiologica originaria e l’assenza di trattamenti di disinfezione. Sono quindi imbottigliate così come sgorgano e non subiscono trattamenti di potabilizzazione.
A differenza delle comuni minerali, le acque di sorgente:
non hanno l’obbligo di riportare la composizione chimica in etichetta, anche se viene spesso inserita per rendere la bottiglia più simile a quella delle acque minerali;
non possono contenere in etichetta indicazioni su possibili effetti salutistici (pratica invece consentita per le acque minerali, ma solo in seguito a sperimentazioni clinico-farmacologiche);
devono essere in linea con gli stessi valori limite indicati per le acque potabili. Il loro contenuto dei sali disciolti non può dunque superare i 1500 mg/L e sono sottoposte a restrizioni anche riguardo la concentrazione dei singoli anioni e cationi. Le acque minerali non hanno invece alcun limite riguardo il contenuto salino.
Acqua Minerale in Bottiglia.
Cos’è un’acqua minerale lo dice chiaramente la legge. Le acque minerali sono acque che, avendo origine da una falda o da un giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate. Hanno caratteristiche igieniche particolari e, in alcuni casi, proprietà favorevoli alla salute.
ECCO I PRINCIPALI ELEMENTI CHE DISTINGUONO LE ACQUE MINERALI DALLE ORDINARIE ACQUE POTABILI:
purezza microbiologica originaria, e suo mantenimento;
assenza di qualsiasi trattamento di disinfezione, in quanto microbiologicamente pura alla fonte e quindi più gradevole all'assagio;
contenuto di minerali, oligoelementi e/o altri costituenti;
eventuali effetti favorevoli alla salute.
Il riconoscimento di un’acqua minerale è effettuata dal Ministero della Salute attraverso un decreto. Il provvedimento è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e comunicato alla Commissione Europea.
Dopo che una sorgente di acqua minerale viene riconosciuta, il suo utilizzo richiede un’autorizzazione regionale, o in alcuni casi comunale. L’autorizzazione è concessa dopo aver accertato che gli impianti utilizzati escludono ogni pericolo di inquinamento e sono in grado di conservare le proprietà della sorgente. Una copia del provvedimento è trasmesso al Ministero della Salute.
Pertanto, per ottenere la concessione ad imbottigliare "Acque Minerali Naturali" bisogna richedere il benestare a vari Enti ma soprattutto mettere a preventivo l'acquisto ed il successivo utilizzo di impianti tecnologicamente avanzati per poter espletare correttamente l'estrazione e l'imbottigliamento e salvaguardare la salute dei consumatori.
Il consumo di acqua minerale in bottiglia, a partire dagli anni ‘80, si è rapidamente diffuso in tutta Europa ed alla base di questo sviluppo ci sono diverse ragioni:
motivi igienici;
peggioramento del sapore delle acque di rubinetto;
piacere di bere frizzante;
pressione pubblicitaria.