Le Origini degli "SPIRITS".
Secondo lo scrittore Sinesio di Cirene già nel 4000 a.C. gli egizi distillavano il vino e il sidro per produrre altre bevande alcoliche (liquori e acquaviti).
Altre testimonianze ci rivelano che in Cina, intorno al 2000 a.C., attraverso la distillazione di piante officinali venivano ottenute essenze che erano utilizzate soprattutto dalle classi più ricche.
Scavi archeologici in Pakistan hanno messo in luce che la tecnica della distillazione dell'alcol era già nota alle popolazioni mesopotamiche nel 500 a.C., ma il suo uso divenne comune tra il 150 a.C. e il 350 d.C..
In Grecia invece, secondo K. B. Hoffmann, il fisico Aezio di Amida inizia a parlare di destillatio per descensum nel 400 circa ed in seguito Ipazia inventò una tra le prime apparecchiature per la distillazione.Nell'VIII secolo d.C. i chimici Arabi e Persiani (tra cui Jabir ibn Hayyan) purificavano le sostanze chimiche tramite distillazione atte ad isolare gli esteri naturali da utilizzare in profumeria ed al chimico arabo Al-Kindi viene accreditata la scoperta della produzione di alcool per distillazione.
Si suppone che l'interesse verso la distillazione degli alchimisti arabi era mossa principalmente dal desiderio di purezza spirituale e dalla ricerca dell'essenza di ogni cosa. Ma ad un certo punto la ricerca spirituale e l’alchimia empirica risultano divise da un confine piuttosto labile, tanto che la distillazione assume le connotazioni di un esercizio atto alla produzione di profumi , unguenti e oli per uso cosmetico.
La prima essenza di cui si ha notizia, ottenuta tramite il processo di distillazione sarà un acqua di rose, il cui procedimento produttivo sarà descritto minuziosamente da Abu Abd Muhammad un noto cosmografo arabo vissuto nella seconda metà del 1200. Seguiranno i trattati di Zaharawi che descriverà anche la produzione di acqua di rose, aromatizzata alla canfora, alla cannella, ai chiodi di garofano. Ma, considerato il divieto di consumo di alcol imposto dalla religione musulmana si ritiene che queste scoperte non andarono mai ad esplorare l'ipotesi di consumo alimentare di queste sostanze.
Con l’arrivo degli alambicchi in Europa, in seguito alla presa di Gerusalemme del 1099, si avranno le prime distillazione di alcol commestibile.
La Scuola Medica Salernitana, fondata nel 1100, e le altre università europee sono le depositarie del sapere dell’infusione, che mantiene però le caratteristiche di un elixir amaro curativo, dove il piacere gustativo non è uno dei valori prioritari. Le notizie riguardo la realizzazione di un liquore elisir si trovano per la prima volta in Italia durante il Giubileo del 1300 voluto da papa Bonifacio VIII.
Bonifacio VIII si distinse per i costumi poco morigerati e per la fame insaziabile, si narra che il suo pasto fosse composto come minimo da 6 portate. Le sue abitudini e le sue spese al di sopra delle possibilità, ridussero al minimo le finanze della sua famiglia, tant’è che ebbe l’idea del Giubileo, il primo della storia cristiana. Recandosi a Roma in penitenza ed elargendo una somma commisurata ai peccati commessi, si avrebbe avuto l’anima salva. Le cronache dell’epoca riportano che Arnaldo da Villanova e Raimondo Lullo discussero degli effetti miracolosi di un elisir elaborato da loro stessi per curare il papa da una fortissima colica renale che lo colpì poco prima dell’inizio del Giubileo. Grazie all'elisir il Giubileo fu salvo ed ebbe grandissima risonanza nel mondo cattolico, visto il grande afflusso di pellegrini. Allo stesso tempo il successo di questo rimedio, direttamente derivato dalla distillazione e dall’infusione di erbe, diede fama agli inventori di questa nuova disciplina e ai loro risultati, ma sopratutto gli evitò l’Inquisizione e l’accusa di stregoneria. La storia narra che questo infuso contenesse delle scaglie d’oro, metallo puro per eccellenza a cui si attribuivano doti purificanti. In onore a questo elisir, nel tempo altri nuovi liquoristi diffusero la tecnica di colorare di giallo oro i loro prodotti utilizzando una spezia all'epoca pregiata e costosa lo "Zafferano".
Il costo dell’alcol, in questa epoca, risultava troppo elevato in quantola distillazione doveva ancora perfezionarsi ed aveva troppi sprechi. Il prodotto finale ricavato rimaneva troppo basso rispetto al volume di materia prima impiegata e ciò rendeva impossibile una sua diffusione fra i ceti popolari. Il prezzo dell’alcol scoraggiava il suo utilizzo per un uso e consumo voluttuario, che rimase per lungo tempo un’esclusiva dei medici alchimisti laici e delle abbazie che avevano annessa la farmacia erboristica.
Michele Savonarola, nonno del famoso Girolamo, fisico e medico affermato, nel 1448 prescriveva ai suoi pazienti alcuni rimedi che potrebbero sembrare liquori aromatizzati se non fossero stati utilizzati per la cura di varie patologie, alcune anche molto gravi. Per il vaiolo si somministrava un infusione di “pinoli, radice di cocomero, petali di rose e miele”, per la cura dei vermi intestinali si utilizzava un infusione di ” rosmarino e salvia” , mentre per i dolori gastrici e come corroborante per tisici si consigliava infusione di “menta, zafferano, aloe, noce moscata e chiodi di garofano”. I frati Camaldolesi ordinavano come cura per la malaria un‘acquavite calda, con un infusione d’erbe e Manzoni nei “Promessi sposi” ci dice che nei lazzaretti veniva utilizzata una “dieta spiritosa” , cioè a base d’alcol, come unico rimedio per la peste.Per avere un produzione liquoristica qualificata e ad uso voluttuario, dobbiamo giungere al Rinascimento Italiano, e precisamente nella prima metà del 1500, quando Caterina de Medici inizia la produzione di liquori dolci di benvenuto sia per la corte di Firenze che per quella di Parigi. Questo fù possibile grazie al perfezionamento del sistema di distillazione, che mise a punto un efficiente sistema di raffreddamento dei vapori d’alcol, aumentando resa e produzione, con conseguente abbassamento dei costi.
Le nazioni che emergeranno dal panorama mondiale, per la qualità delle loro produzioni liquoristiche saranno l’Olanda , Italia e Francia, per ragioni storiche diverse, legate alla loro cultura. L’Olanda fu la forza commerciale marinara più potente al mondo dal 1500 al 1600, con oltre 15.000 navi da trasporto mercantile, su una flotta censita di 20.000, che solcavano i mari dei principali continenti. La scoperta delle indie e delle sue spezie pregiate diede vita a dinastie di distillatori che avevano a disposizione tutte le materie prime necessarie a costi ragionevoli per produrre decine di tipi di liquori. Italia e Francia hanno avuto da sempre una forte presenza ecclesiale sul loro territorio con centinaia di conventi e abbazie che hanno prodotto e tramandato decine di prodotti medicinali e terapeutici, che persa la loro funzione curativa, modificati nel gusto, opportunamente zuccherati, hanno dato vita ad interessanti liquori e amari.
Gli approfondimenti della tecnica di infusione e distillazione, permise all'Uomo di applicare la stessa alle materie prime che di volta in volta si trovò a produrre, per la sua alimentazione, nelle varie parti del mondo.
Si cominciò con la distillazione del vino e delle vinacce che portarono alla scoperta del Brandy, del cognac, dell'armagnc ed in seguito della grappa.
Nei paesi nordici, dove la viticoltura era ed è difficoltosa, i locali abitanti elaborarono la distillazione delle mele ottenendo il calvados, le prugne e le susine ottenendo lo svilovitz, i cereali e le patate ottenendo whisky, gin, vodka.
La scoperta delle regioni del nuovo mondo, fece poi conoscere anche la canna da zucchero e gli esperimenti ad essa collegati portarono alla produzione dei rum.
Negli Stati Uniti utilizzando granoturco e segale si cominciò a produrre il bourbon, il corn ed il rye whisky e storie analoghe si potrebbere legare ad tanti altri tipi di materie prime e relativi distillati.
Si capì poi che i vari prodotti, frutto della distillazione, si prestavano anche a processi di maturazione o invecchiamento in botti di vario tipo e che l'utilizzo di queste nuove tecniche poteva diversificare ulteriormente il gusto degli stessi "Spirits".
Tutto questo ha portato sul mercato una interessante offerta di varie tipologie di prodotti che ben si prestano ai vari momenti di consumo e quindi a poter deliziare il palato dei consumatori più curiosi in ogni momento della giornata. Naturalmente, nel momento della loro degustazione, consigliamo di prestare la dovuta attenzione utile a cogliere le particolarità del prodotto, ma soprattutto di bere lo stesso in modo responsabile.
Il sogno delle popolazioni arabe di poter produrre sulla Terra, l’elemento vergine e puro della creazione, la quintessenza, lo spirito della materia, era durato lo spazio di pochi secoli, ma i suoi splendidi risultati, per quanto piccoli, rispetto all’ambizione iniziale, deliziano ancora oggi i nostri palati.