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Titolare del Trattamento;

Modalità e Luogo di Conservazione;

Periodo di Conservazione;

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    Birra - Hammer Bulk cl 33 OW
    0,00 €
    IVA inclusa Prezzo Sede - Spedizione Esclusa Spedito in 24 ore

    Caratteristiche

    UNTAPPD_Tappi 4 (max 5)

    UNTAPPD_Tappi 4 (max 5)

    PORTER_English

    PORTER_English

    IT_Hammer

    IT_Hammer

    FERMENTAZ._Controllata in Alta

    FERMENTAZ._Controllata in Alta

    PRODUZIONE_Artigiananle

    PRODUZIONE_Artigiananle

    °ALC_Spinto (6,0°_8,0° Alc.)

    °ALC_Spinto (6,0°_8,0° Alc.)

    VISTA_Scura (58_70 EBC)

    VISTA_Scura (58_70 EBC)

    PROFUMO_Tostato

    PROFUMO_Tostato

    GUSTO_Tostato

    GUSTO_Tostato

    NAZIONE_IT_Italia

    NAZIONE_IT_Italia

    REGIONE_IT_Lombardia

    REGIONE_IT_Lombardia

    Quantità
    Disponibile

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    HAMMER  -  Bulk

    Birra nera, densa e vellutata, ispirata allo stile Porter, prodotta con una miscela unica di malti torrefatti e caramellati, e con piccole dosi di malto torbato.

    Emergono le note intense del caramello, di cioccolato, caffè, con sfumature delicate che ricordano il whisky.



    CARATTERISTICHE

    Stile:  English Porter

    Grado Alcolico:  5,8°

    EBC:  72°

    IBU:  40°

    Note Aggiuntive:  

    Formati Disponibili:  Bottiglia cl 33 OW  -  Fusto lt 24 PolyKeg

    Scheda tecnica

    BIRRA * Premi e Rating
    UNTAPPD_Tappi 4 (max 5)
    BIRRA * Stile
    PORTER_English
    BIRRA * Birrificio
    IT_Hammer
    BIRRA * Caratter. Produttive
    CONCEZIONE_Britannica
    FERMENTAZ._Controllata in Alta
    PRODUZIONE_Artigiananle
    BIRRA * Caratter. Sensoriali_Alc
    GUSTO_Tostato
    PROFUMO_Tostato
    VISTA_Scura (58_70 EBC)
    °ALC_Spinto (6,0°_8,0° Alc.)
    GEOGRAFIA
    NAZIONE_IT_Italia
    REGIONE_IT_Lombardia
    CONSUMO CONSIGLIATO
    ABBINAM._Cioccolato Fondente
    BICCHIERE_BIRRA_Pinta Americana
    MOMENTO_Serata con Amici
    TEMPERATURA_6°_8°
    TIPO * PACKAGING
    BOTTIGLIA_Vetro OW
    TIPO * FORMATO
    cl 33

    Riferimenti Specifici

     MATERIE PRIME  (Coltivazione ed Eventuale Trasformazione)


      ACQUA:
      "Di Rete Idrica" trattata in modo idoneo a brassare questa birra.

      MALTO BASE:
      "Non Dichiarato". Ottenuto da "Germinazione + Essiccazione + Torrefazione" di Orzo Distico.
      Acquistato da rinomata Malteria che ne cura il processo sopra specificato.

      MALTI SPECIALI:
      "Non Dichiarati" ma riconducibili ad una miscela di malti torrefatti e caramellati con piccola aggiunta di malto affumicato.

      SPEZIE:
       "Non Utilizzate"

      LUPPOLI:
      "Non Dichiarati".

      LIEVITO:
      Della Famiglia "Saccharomyces Cerevisiae" meglio conosciuto come "Lievito ad Alta Fermentazione". Attivo a temperature comprese tra i 15°/25° C.
      Lavora per circa 5/7 gg. in "Fermentazione Tumultuosa" e conclude la "Maturazione" in ulteriori 14 gg. circa
      Acquistato da Laboratorio specializzato al loro allevamento.

     MALTAGGIO CEREALI  E  MACINATURA


      GERMINAZIONE DELL'ORZO:
      "Non Dichiarata"  in quanto viene usato malto già pronto acquistato da Malteria.

      ESSICCAZIONE DEL MALTO:
      "Non Dichiarata"  in quanto viene usato malto già pronto acquistato da Malteria

      TOSTATURA:
      "Non Dichiarata"  in quanto viene usato malto già pronto acquistato da Malteria.

      ALTRO:
       . . .

      MACINATURA DEI MALTI:
      "Non Dichiarata"

     AMMOSTAMENTO (MASH),  SEPARAZIONE  E  LAVAGGIO TREBBIE (SPARGING)


      METODO AMMOSTAMENTO:
      "Ammostamento per Infusione a più Pause".

      MALTO BASE:
      "Non Dichiarato".

      MALTI SPECIALI:
      "Non Dichiarati".

      SPEZIE:
      Non Usate.

      EVENTUALE USO DI LUPPOLI:
      Non Usati in Questa Fase della Produzione.

      ALTRO:
      . . .

      SEPARAZIONE MOSTO\TREBBIE:
      "Metodo Non Dichiarato".

      ALTRO:
      . . .

      LAVAGGIO TREBBIE:
      "Metodo Non Dichiarato".

      ALTRO:
      . . .

     BOLLITURA DEL MOSTO  E  LUPPOLATURA


      TIPO BOLLITURA:
      "Non Dichiarata".

      TEMPO BOLLITURA:
      "Non Dichiarata".

      ALTRO:
      . . .

      TIPO LUPPOLATURA:
      "Non Dichiarata".

      MOMENTO DI AGGIUNTA LUPPOLO:
      Luppolo da Amaro ad inizio bollitura. Luppolo da Aroma nella fase finale della bollitura.

      LUPPOLO DA AMARO:
      Non Dichiarato".

      LUPPOLO DA AROMA:
      "Non Dichiarato".

      ALTRO:
      . . .

     WHIRLPOOL,  RAFFREDDAMENTO DEL MOSTO  E  FERMENTAZIONE


      WHIRLPOOL:
      "Metodo Non Dichiarato".

      RAFFREDDAMENTO:
      Mediante Scambiatore a Piastre.

      ALTRO:
      . . .

      TIPO LIEVITO E RELATIVO INOCULO:
      Lievito ad Alta Fermentazione, Tipo non Dichiarato,  acquistato da Laboratorio specializzato.
      Inoculo del Lievito nel momento in cui il mosto è sceso alla temperatura di 20°.

      DURATA FERMENTAZIONE PRIMARIA:
      Periodo di circa 5/7gg.

      ALTRO:
      . . .

       

     MATURAZIONE BIRRA VERDE


      CONTENITORE:
      Tank d'Acciaio Verticale con camicia di raffreddamento a glicole che consente una maturazione a temperatura costante.

      PERIODO:
      Circa 2 Settimane.

      ALTRO:
      . . .
     
      ALTRO:
      . . .

      EVENTUALE PASSAGGIO IN BOTTE:
      Tecnica non utilizzata.

      TIPO BOTTE:
      Nessuna Botte, in quanto tecnica non utilizzata.

      PERIODO MATURAZIONE IN BOTTE:
      Nessun Periodo, in quanto tecnica utilizzata.

      ALTRO:
      . . .

     FILTRATURA  E  PASTORIZZAZIONE


      FILTRATURA:
      Tecnica non utilizzata.

      PASTORIZZAZIONE:
      Tecnica non utilizzata.

      ALTRO:
      . . .

     CONFEZIONAMENTO


      BOTTIGLIA:
      cl 33 OW.

      LATTINA:
      Non Prodotta

      FUSTO:
      lt 24 PolyKeg.

      ALTRO:
      . . .

     


     ASPETTO VISIVO


      COLORE:
      Scura.

      STRATO DI SCHIUMA:
      Beige e Pannosa.

      PERLAGE:
      A bolle fini.

      ALTRO:
      . . .


     SENSAZIONI OLFATTIVE


      NOTE INIZIALI:
      Tostate .

      AROMA:
      Tostato.

      NOTA ALCOLICA:
      Poco avvertita.

      ALTRO:
      . . .


     SENSAZIONI  GUSTATIVE  E  PALATALI


      GUSTO PREDOMINANTE:
      Dolce.

      CORPO:
      Medio.

      ALCOLICITA':
      Poco Avvertita.

      FRIZZANTEZZA:
      Media.

      PERCEZIONI ALL'ASSAGGIO:
      Allaccio Vellutato con note di Caffè e Cioccolato, Corpo Medio, Carbonazione Bassa, Alcolicità Poco Avvertita, Finale Leggermente Amaro ed Affumicato. 


     MOMENTO DI CONSUMO


      PRIMO MATTINO:
      Consumo Sconsigliato.

      APERITIVO, PRANZO:
      Consumare con Moderazione.

      DOPO LAVORO:
      Unanimamente considerato quale miglior momento per il consumo.

      SERA, CENA:
      Consumare con Moderazione.

      Notte:
      Consumare con Moderazione.


     COME SERVIRE


      BICCHIERE:
      Pinta Americana.

      TEMPERATURA DI SERVIZIO:
      Servire tra i 8° / 10° C.

      ALTRO:
      Potrebbe essere usata anche come base alcolica per un cocktail.

      ALTRO:
      . . .
      


     ABBINAMENTI CON PIETANZE


      PRIMO MATTINO:
      Consumo Sconsigliato.

      APERITIVO, PRANZO:
      Con Carni BBQ ed Affumicate, Dolci o Cioccolato.

      SERA, CENA:
      Con Panino Gourmet.

      Notte:
      Abbinala alla Compagnia di Buoni Amici.









     

    IMMAGINI   DEGLI   EVENTUALI    ABBINAMENTI

      

      

    Guida

    Punteggio

    Media - V. 

    Citazione

    BeerAdvocate

     / 100

    /5  - 

    Rate Beer

    82 Tot./90 Stile

    3,60/5  -  62 rat.

    Untappd

    3,74/5  - 1.979 rat.

    Birra dell'Anno

    Med. Bronzo  / Categ.

    Anno 2023

    Birra dell'Anno

    Med. Argento / Categ.

    Anno 2022

    Slow Food

    Birra Imperdibile

    Anno 2023

    Slow Food

    ?

    Anno

    BIRRIFICIO HAMMER BEER - "Artigianale".
    Il birrificio Hammer nasce nel 2015 per volontà di Fausto Brigati che, spinto dalla passione per la birra di qualità, coinvolge nell'iniziativa il fratello Roberto e il padre Angelo. Le abilità manageriali sviluppate nella conduzione del mollificio di famiglia non sono però sufficienti ed è necessario affidare la produzione ad un mastro birraio navigato: la scelta cade su Marco Valeriani, tecnologo alimentare con alle spalle una lunga esperienza di homebrewing e una proficua collaborazione con il birrificio Menaresta di Carate Brianza.

    hammer.jpg

    Il sito produttivo si sviluppa su di un'area di 1300 metri quadrati con sala cottura da 20 ettolitri, cantina composta da 5 fermentatori da 25 ettolitri più uno da 50 e linea d’imbottigliamento isobarica. Altre modernissime attrezzature sono a corredo del birrificio e vengono utilizzate per tenere sotto controllo le varie fasi del processo produttivo col fine di garantire un'elevata costanza qualitativa.

    Come riportato sul sito del birrificio, "il progetto si basa sulla produzione di birre originali, di carattere, le cui peculiarità sono la qualità e la bevibilità per abbracciare e dialogare con lo scenario mondiale, rispondendo con l’eccellenza alla richiesta del meglio nel campo birrario".

    Il logo è creato in forma di marchio a fuoco per evocare l'artigianalità del lavoro del birraio, per garantire la qualità del prodotto e imprimere un'impronta indelebile nel panorama brassicolo italiano e non.

    Nel 2016, alla sua prima partecipazione, Valeriani vince il prestigioso premio Birraio dell'anno organizzato da Fermento Birra sbaragliando la concorrenza di numerosi altri meritevoli partecipanti.

    Le birre di Hammer sono contraddistinte da un'elegante pulizia e una grande facilità di bevuta.

    Hammer oggi è uno dei birrificio di riferimento per le birre luppolate e se Wave Runner e Killer Queen sono ormai degli standard nella categoria delle IPA, non sono mancate negli anni etichette occasionali degne di nota sia rilasciate nella linea sperimentale Workpiece, sia con il filone chiamato semplicemente American IPA, una gamma dove il birraio si è divertito a riproporre la stessa ricetta cambiando però di volta in volta la luppolatura.

    Ma rinchiudere le produzioni del birrificio lombardo all’interno del campo, seppur ampio, delle luppolate d’ispirazione americana sarebbe riduttivo. In gamma, trovano posto stili più disparati: dalle belghe Blanche e Saison alle tedesche Kölsch e Pilsner. Senza dimenticare birre dai toni dark, un territorio produttivo dove il team si è spinto con successo rilasciando sia etichette di ispirazione teutonica come le Schwarzbier, che di orientamento anglosassone come le Stout, declinate nelle numerose varianti.

    Nel 2018 Marco Valeriani lascia il birrificio e passa il testimone a Matteo Palmisano, fino ad allora secondo birraio, che da subito ha saputo da dare continuità qualitativa alle storiche etichette e poi è riuscito anche ad ampliare il numero delle birre a catalogo.

    ATTENZIONE:

    Prodotto disponibile per la Vendita in Sede e per spedizioni verso:
    Regione Campania, Basilicata, Puglia.




    MODALITA'  E  COSTO SPEDIZIONE:

    Clicca Quì e vai alla pagina dedicata

    PORTER.-----clicca e scopri-----
    Difficile credere che quella che oggi viene considerata una birra scura un po’ di nicchia, ricca di estimatori e da bere magari a conclusione di una impegnativa serata autunnale, di certo non una session beer, sia stata un tempo la birra più diffusa e forse più consumata del mondo, primo esempio di globalizzazione birraria. Eppure ci fu un tempo il cui le Porter erano le birre del popolo lavoratore, viaggiavano solcando i mari e venivano prodotte, vendute e consumate quotidianamente in quasi tutti i pub del pianeta. È impossibile stabilire con precisione data di nascita e paternità, ma il luogo è certo: la Londra dell’inizio del diciottesimo secolo, dove fece la sua comparsa come versione più forte e luppolata delle brown ale allora esistenti per contrastare il successo di una ale chiara e luppolata molto popolare in città. Era prodotta con il solo malto brown, oggi in disuso, che donava alla birra un intenso colore marrone, tostature e anche qualche nota affumicata dovuta ai metodi di essiccazione utilizzati. Diverse infusioni dello stesso malto venivano miscelate e poi maturate in botti di medie dimensioni. La produzione fu incentivata dalla scoperta che questa nuova birra scura si prestava a temperature di fermentazione più elevate rispetto alle preesistenti brown ale, aumentando quindi il periodo dell’anno utile alla sua produzione e dando la possibilità di utilizzare vasche più grandi, che producevano maggior calore durante la fermentazione.

    Questi fattori furono decisivi per abbattere i costi di produzione, rendendo questa birra molto popolare fra la classe lavoratrice, in particolare presso i facchini, porter in inglese, al punto da assumerne addirittura il nome. Dal punto di vista gustativo erano realizzate con una maggiore attenuazione degli zuccheri, risultando più secche rispetto alle birre esistenti, e con la lunga maturazione assumevano note acidule e vinose grazie all’azione di brettanomiceti, batteri lattici e pediococchi presenti nell’ambiente. Le più alcoliche venivano vendute come Stout Porter, dove il termine “stout” era usato per indicare audacia e coraggio: nessun riferimento insomma allo stile che oggi conosciamo, ma solo l’essere una versione più forte di una data tipologia di birra, chiare comprese.

    Solo nel tempo le stout (questa volta come stile) riusciranno ad affrancarsi dalla dimensione di costola delle porter, guadagnandosi quell’identità di birre nere e impenetrabili che è giunta fino a noi. La conquista inarrestabile del mercato si realizzò quando per la maturazione si passò dall’uso delle botti a gigantesche vasche di fermentazione, migliaia di volte più capienti e con maggiore longevità, abbattendo drasticamente i costi e permettendo l’affermazione di un certo numero di grandi birrifici come leader di mercato. La produzione ed il consumo cominciarono a diffondersi in tutta l’Inghilterra, a Dublino e, nel corso dei due secoli successivi, nelle Indie, negli Stati Uniti, in Australia, in Canada, in Russia, persino in Svezia, in Polonia e addirittura in Germania! Con la diffusione di massa verso la fine del diciottesimo secolo anche la natura delle porter cominciò a modificarsi. I birrifici iniziarono a commercializzare miscele di porter giovani con porter molto mature, dette stale o entire. Nelle vasche stesse entrava ormai un po’ di tutto, non solo il mosto di porter, ma anche gli avanzi di altre produzioni e persino i residui dei fusti che tornavano dai pub. D’altronde negli stessi pub era da tempo piuttosto comune la pratica di miscelare alle porter altre tipologie di birre. Anche le ricette iniziarono a cambiare dopo la scoperta che l’elevata resa in fermentazione del malto pale, più chiaro, compensava ampiamente il costo più elevato rispetto al brown, con la conseguenza che in molti iniziarono a produrre porter aggiungendolo alla tradizionale base di malto brown.

    Il cambiamento produttivo più radicale avvenne però nel 1817 con l’introduzione del malto black patent, torrefatto ed in grado di realizzare porter molto scure anche se miscelato al solo malto pale. Iniziava così il declino storico del malto brown, mentre il profilo organolettico delle porter originali scompariva per sempre e le “nuove” porter partivano alla conquista del mondo. Il dominio rimase incontrastato fino all’inizio del ventesimo secolo. In un certo senso le porter furono vittime del loro stesso successo di massa, che spinse i birrifici ad una continua ricerca di soluzioni che ne abbattessero il costo. La densità iniziale e il grado alcolico scesero progressivamente, le materie prime divennero sempre meno di qualità, per usare meno luppolo si iniziò a gettarlo unicamente a inizio bollitura conferendo solo amaro a discapito dell’aroma. I gusti dei bevitori cominciarono a cambiare e molti iniziarono ad abbandonare le porter per dedicarsi ad altre birre di successo, come le mild e le luppolate pale ale di Burton-upon-Trent.

    Il colpo di grazia furono le due Guerre Mondiali, che portarono a una restrizione delle materie prime disponibili e a un aumento delle accise, che determinò una discesa generalizzata del livello alcolico delle birre britanniche. Le porter si impoverirono a tal punto che tutti, tranne gli anziani nostalgici, le abbandonarono. I birrifici, una volta interamente dedicati alla loro produzione, si concentrarono progressivamente su altre tipologie, fino ad abbandonarle completamente. In terra britannica già alla fine degli anni ‘60 le Porter erano estinte, nel 1973 anche la Guinness di Dublino si arrese: lo stile porter tradizionale, dopo 250 anni di gloria, era morto. La passione genuina e l’amore per la birra però possono fare miracoli. Alla fine degli anni ’70, grazie al lavoro di recupero della più importante associazione di consumatori di birra del mondo, il CAMRA, e alla sensibilizzazione portata avanti da personalità come Michael Jackson, qualche birraio inglese – primo fra tutti Timothy Taylor  – si provò a riproporre il vecchio stile. Altri ne seguirono timidamente i passi. Non fu un successo travolgente, ma la crescita divenne costante. Si trattava, nella stragrande maggioranza dei casi, di interpretazioni delle porter fedeli a quelle di inizio secolo, non delle originali del diciottesimo. La riscoperta e l’interesse costante maturati negli ultimi decenni hanno permesso a questo stile di affrancarsi dall’oblio, la reinessance americana e la sua onda lunga hanno fatto il resto, tanto che oggi si assiste a una seconda giovinezza delle porter (in Patria e non solo) e lo stile gode di una vasta platea di estimatori. Nel corso della sua travagliata storia si sono perse le differenze con lo stile dry stout, di fatto oggi indistinguibili, e sono le scelte di marketing dei birrifici a far propendere per un nome o per l’altro. Qualcuno identifica con le porter quelle birre che insieme al malto pale fanno uso del black, che dona note acri e di liquirizia, e di altri malti speciali come crystal e chocolate, che danno una certa complessità e morbidezza, mentre classificano dry stout le ricette che prevedono un uso prevalente del malto pale insieme a significative quantità di orzo tostato, dalle spiccate note di caffè torrefatto. È una distinzione che rischia di rivelarsi una classificazione personale più che un qualcosa di universalmente condiviso.


    "Porter" una denominazione che proviamo a descrivere così:

    Aspetto: Da marrone medio a marrone scuro. Limpidezza e ritenzione della schiuma da discreta a buona.

    Aroma: Aroma di malto con leggeri sentori di tostato. Aroma da luppolo può essere da moderato a basso. Esteri e diacetile possono essere da moderati a nulli.

    Sapore: Il sapore di malto includerà anche un sentore di tostato da leggero a moderato. Sapore di luppolo da basso a nullo. L'amaro da luppolo varierà il bilanciamento da leggermente maltato a leggermente amaro. Diacetile e l'asprezza o l'acidità data dai cereali tostati dovrebbe essere da bassa a nulla.

    Sensazione al palato: Corpo da medio-leggero a medio. Carbonatazione da bassa a moderata.

    Impressioni generali: Una sostanzialmente onesta birra scura con alcune caratteristiche di tostato.

    Storia: Originaria dell'Inghilterra, La Porter fu sviluppata come un miscuglio di birre o come quantità di birra fabbricata in una sola volta conosciuta col nome di "Entire". Uno stile precursore della Stout. Si dice che fossa una birra preferita dai facchini ed ad altri lavoratori impegnati fisicamente.

    Commenti: Sapori più soffici, gravità minori e normalmente meno alcool rispetto alla Porter "robust". Più sentori di tostato e più corposità rispetto alla "Brown Ale". Alcune versioni sono fermentate utilizzando lieviti lager. Il bilanciamento tende più verso il maltato che verso il luppolato.

    Ingredienti: Possono essere utilizzati vari malti, prevalentemente tostati e orzo tostato. I luppoli sono utilizzati principalmente per l'amaro. L'acqua dovrebbe avere una significante durezza (carbonati). Il lievito standard è un "alta" anche se occasionalmente possono venire utilizzati lieviti a "bassa".

    Caratteristiche generali:

    O.G. : 1.040 - 1.050
    F.G. : 1.008 - 1.014
    IBU : 20-30
    SRM : 20 - 35
    ABV : 3,8% - 5,2%

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