


RATEBEER_Pt.100
BOCK_DoppelBock
DE_Brauerei Aying
FERMENTAZ._Controllata in Bassa
PRODUZIONE_Privat Brauerei
°ALC_Spinto (6,0°_8,0° Alc.)
VISTA_Bruna Limp. (44_56 EBC)
PROFUMO_Tostato
GUSTO_Docle
NAZIONE_DE_Germania
REGIONE_DE_Baviera
AYINGER - Celebrator
La Ayinger Celebrator è la Doppelbock scura a bassa fermentazione, di casa Aying prodotta secondo la famosa legge di purezza bavarese del 1516.
Il termine “Bock” si deduce dal nome della storica città di Einbeck, nella Bassa Sassonia, celebre in medioevo per la produzione di birre forti di alta qualità.
Storicamente, la birra doppio malto fu creata dai monaci per la quaresima, per avere qualcosa di sostanzioso di che nutrirsi. Oggi la si beve durante tutto l’anno e serve spesso come regalo e birra per festività.
Di colore rosso scuro o mogano, si presenta piena, generosa con piacevoli sentori di malto, caramellato e cedro. È indicata come birra da accompagnare a carni rosse, selvaggina e dessert. Si serve fresca ad una temperatura di 7 – 8° C nel suo apposito boccale.
Ayinger Celebrator è stata numerosamente premiata in Germania, con Platino alle World Beer Championships a Chicago ed un primo posto al San Francisco Beer Festival. Al Helsinki Beer Festival il primo posto nel 1999, argento nel 2001 ed oro nel 2004.
CARATTERISTICHE
Stile: Doppel Bock
Grado Alcolico: 6,70°
EBC: 56°
IBU: 24°
Note Aggiuntive:
Formati Disponibili: Bottiglia cl 33 OW - Fusto lt 30 KeyKeg
| MATERIE PRIME (Coltivazione ed Eventuale Trasformazione) ACQUA: |
| MALTAGGIO CEREALI E MACINATURA GERMINAZIONE DELL'ORZO: |
| AMMOSTAMENTO (MASH), SEPARAZIONE E LAVAGGIO TREBBIE (SPARGING) METODO AMMOSTAMENTO: |
| BOLLITURA DEL MOSTO E LUPPOLATURA TIPO BOLLITURA: |
| WHIRLPOOL, RAFFREDDAMENTO DEL MOSTO E FERMENTAZIONE WHIRLPOOL: |
| MATURAZIONE BIRRA VERDE CONTENITORE: |
| FILTRATURA E PASTORIZZAZIONE FILTRATURA: |
| CONFEZIONAMENTO BOTTIGLIA: |
ASPETTO VISIVO COLORE: |
SENSAZIONI OLFATTIVE NOTE INIZIALIE: |
SENSAZIONI GUSTATIVE E PALATALI GUSTO PREDOMINANTE: |
![]() | MOMENTO DI CONSUMO PRIMO MATTINO: |
COME SERVIRE BICCHIERE: |
ABBINAMENTI CON PIETANZE PRIMO MATTINO: |

Guida | Punteggio | Media - V. | Citazione | |
|---|---|---|---|---|
BeerAdvocate | 96 / 100 | 4,34/5 - 7.034 | ||
Rate Beer | 100 Tot./100 Stile | 4,07/5 - 5.189 | ||
Untappd | 3,77/5 - 163.872 | |||
European BeerStar | Med. Argento / Categ. | Anno 2010 | ||
World Beer Award | Med. Oro / Categ. | Anno 2011-2015-2017-2019 |
BIRRIFICIO AYINGER - "Privat Brauerei".
Nel 1878 Johann Liebhard, che due anni prima aveva ereditato da suo padre Peter un’azienda agricola, una macelleria e una locanda ben avviata, considerando la grande richiesta di birra che procuravano le proprie attività decise di aprire un birrificio nel suo paese, Aying, a pochi chilometri da Monaco di Baviera ed avviare la produzione di birra a marchio Ayinger.
Nel 1910 alla sua morte, subentrò nella conduzione dell’azienda la figlia Maria, insieme al marito, August Zehentmair. Superate le difficoltà che accompagnarono e seguirono il primo conflitto mondiale (August fù arrualato e tornò solo a conflitto concluso), nel 1923 i coniugi Zehentmair costruiscono la nuova locanda (quella vecchia era stata rasa al suolo) ed avviano una serie di miglioramenti tecnologici al birrificio. Grazie a questi investimenti (tra cui anche l'acquisto di un camion che consentiva di trasportare la birra in tempi più rapidi dei normali trasporti con carro trainato da cavalli) fu possibile aumentare la produzione fino a 16.000 hl.
Nel 1936 August morì improvvisamente all'età di 56 anni e quindi toccò alla figlia primogenita Maria Kreszenz e suo marito Franz Inselkammer di guidare l'azienda negli anni della seconda guerra mondiale. Fortunatamente il birrificio esce illeso dal conflitto e la ripresa delle produzioni riprende subito a guerra finita.
Nel 1953 Franz Inselkammer acquista una proprietà a Monaco di fronte al locale HofBrauhaus e diventa è il primo birrificio non monacense a servire la sua birra nel cuore della città.
Nel 1957 grossi investimenti coinvolgono il birrificio. Una nuova sala cottura con tini automatizzati idraulicamente (primo esempio nel mondo all'epoca), una malteria, nuovi tini di fermentazione e maturazione ed un impiato di confezionamento furono sistemati nel birrificio.
Nel 1963 Franz Inselkammer II entra in azienda dopo aver completato una approfondita formazione da mastro-birraio a Weihenstephan e ciò determina una ulteriore crescita dei volumi che arrivano nel 1978 al picco massimo di 160.000 hl posizionando al 50° posto (a volumi prodotti) il birrificio tra i quasi 1.000 esistenti in Baviera all'epoca.
L'idea di avere un approvvigionamento idrico naturale, indipendente e con caratteristiche consone alle birre in produzione, porta Franz ad effettuare una perforazione del suolo nei pressi del birrificio. Trovata l'acqua i risultati delle analisi non lo convincono e pertanto drasticamente decide di spostare tutto in altro luogo.
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Nel 1999 Franz Inselkammer II finalmente vede concretizzato il sogno di una vita. Inaugura il modernissimo stabilimento con struttura in legno ed enormi pareti vetrate (prestando già allora grandissima attenzione all’impatto ambientale) dove ha trovato la fonte d'acqua naturale con le caratteristiche ricercate. Questo fatto costituisce una sua chiara manifestazione di intenti produttivi, rivolta praticamente a ricercare il massimo della qualità delle materie prime e trasformarle in eccellenze degli stili classici del territorio osservando alla lettera le regole del Reinheitsgebot.
Le sue birre riscuotono unanimi e numerosi riconiscimenti sia in patria (da notare la medaglia d'oro della DLG - Società Tedesca per l’Agricoltura) che all'estero (miglior birrificio dell'anno secondo World Beer Championships e tantissime medaglie d'oro alle singole birre negli anni successivi e sempre allo stesso concorso).
Appagato dall'enorme successo decide, nel 2010, di tramandare tutta la sua esperienza e competenza ad un'altro Franz Inselkammer suo figlio primogenito che quindi difatto prende la direzione dell'azienda.
Con Franz Inselkammer III al timone altre importanti onoreficense vengono insignite al birrificio (miglior birrificio d'Europa secondo European Beer Star ed altre medaglie d'oro alle singole birre) e ciò conferma che i principi qualitativi inseguiti e raggiunti dal padre hanno trovato in lui uno degno successore capace di impegnarsi a far restare inalterata la bontà delle proprie birre.
Oggi Ayinger Privat Brauerei è considerato tra i migliori e più tecnologicamente avanzati birrrifici esistenti in Europa, capace di produrre circa 150.000 hl annui di birre originali del territorio e di eccezionale qualità.
ATTENZIONE:
Prodotto disponibile per la Vendita in Sede e per spedizioni verso:
Regione Campania, Basilicata, Puglia.
MODALITA' E COSTO SPEDIZIONE:
BOCK -DOPPELBOCK.-----clicca e scopri-----
Bock, in tedesco ariete, montone: un’immagine che, senza dubbio, evoca l’idea di impeto, di vigore, di energia; ma che non ha una relazione propriamente diretta con la designazione dello stile. La sua storia ha infatti origini che la tradizione rimanda alla seconda metà del Trecento e alla cittadina di Einbeck (30mila abitanti, nella regione della Bassa Sassonia); la cui locale comunità di birrificatori (700 i licenziatari già nel XIV secolo) sembra avesse già allora codificato la ricetta-base di questa tipologia. Tipologia che, ai suoi albori, venne battezzata con il genitivo geografico derivato della stessa città di nascita, Einbecker. Esportata prima in Olanda e nel Baltico nel Cinquecento approda anche in Baviera, avviandovi un fortunato canale di distribuzione. Tanto che all’inizio del Seicento, uno dei braumeister sassoni viene chiamato proprio a Monaco, a preparare direttamente lì la famosa Ainpöckischer (ovvero di Einbeck). Un aggettivo sostantivato che, nella pronuncia locale, viene gradualmente modificato prima in Oanpock, poi appunto in Bock.
Lo stile Bock negli anni è stato declinatao in vari sottostili che occorre distinguere in quanto presentano delle differenze sensoriali abbastanza evidenti.
Parlando della Doppel Bockpossiamo dire che definisce la birra più alcolica dello stile stesso (spesso oltre i 7,5° ABV). Come già detto per la Helles Bockanchessa è una specialità del Sud della Germania, commercializzata tra marzo e aprile. Ha colore ramato carico con riflessi rubino. L’aroma e il gusto sono ricchi di note fruttate e tostate.
L’origine della ricetta rimanda all’ambiente religioso, per l’esattezza al convento di Neudeck ob der Au, a Monaco, dove viveva – dal 1627 – una collettività di frati appartenenti all’ordine dei Minimi, detti in tedesco paolani, appellativo dovuto al nome della città d’origine del fondatore dell’ordine stesso, San Francesco di Paola (in Calabria). Nel loro sito in terra tedesca, i consacrati avevano avviato, alquanto rapidamente, la loro propria produzione brassicola: nel 1630, nel 1651 o nel 1670, stando alle fonti disponibili, tra loro non concordi. Al di là dell’incerta datazione relativa all’attivazione dell’impianto (dal quale, dopo lo scioglimento della fraternità monacense sarebbe nata, nel 1806, quella che oggi è la moderna Paulaner), quel che conta è l’allineamento del suo calendario delle lavorazioni alle consuetudini consolidatesi appunto all’interno delle comunità di chierici regolari. Tra esse, quella di preparare birre particolarmente sostanziose (detti pani liquidi) da consumare durante i periodi di digiuno (l’obbligo di astinenza dal cibo riguardava infatti i soli nutrimenti solidi): e in particolare durante le lunghe settimane della Quaresima, ovvero i quaranta giorni contati dal Mercoledì delle Ceneri al Giovedì precedente la domenica di Pasqua.
Relativamente all’alba delle Doppelbock, si narra che avendo avuto i paolani di Monaco qualche dubbio circa la liceità di scolarsi in Quaresima dei boccali a tutti gli effetti di gran prelibatezza si fossero decisi a far assaggiare una di quelle cotte speciali nientemeno che al Papa, così da averne la legittimazione o da riceverne un divieto: o la va o la spacca, insomma. Dopo aver spedito la loro “botte del giudizio” verso Roma, il caso volle che durante il trasporto, il carico sottoposto a scuotimenti e sbalzi termici arrivasse in Vaticano inacidito: tanto che, alla prova del sorseggio pontificio, risultasse effettivamente una bevuta a pieno titolo penitenziale. Ergo, il Santo Padre decretò il suo imprimatur, apponendo il sigillo ufficiale sulla nascita di uno specifico stile birrario.
Vera o meno questa narrazione, tornando alle vicende effettivamente accadute, altro elemento non precisamente definito è il momento, o il periodo, in corrispondenza del quale quella produzione quaresimale raggiunse le gradazioni alcoliche oggi proprie delle Doppelbock. Probabilmente il contenuto etilico andò aumentando, fino a quando, essendosi attestata su valori di decisa importanza, ricevette un nome d’arte, quello di Salvator, in quanto degna di essere associata a Nostro Signore Gesù Cristo, salvatore del mondo. In virtù di tale battesimo impartito, probabilmente verso la fine del Settecento, alla capostipite della tipologia altri produttori dello stile hanno scelto un nome commerciale caratterizzato dal suffisso –ator, inaugurando una consuetudine che dura ancor’oggi.
"BOCK - DOPPELBOCK" una denominazione che proviamo a descrivere così:
Aspetto: Da ramato carico a marrone scuro. La lagerizzazione dovrebbe conferire una buona trasparenza. La ritenzione della schiuma può essere indebolita dal contenuto, superiore alla media, di alcool.
Aroma: Olfatto che esalta la carica dolce del malto e della vigoria etilica (la gradazione va dal 7 al 10%), con l’eventualità di sfumature tostate e biscottate (comprese digressioni su sentieri fruttato-disidratati e torrefatti: cioccolato ad esempio) nelle edizioni più scure. Aroma di luppolo praticamente assente. Mentre diacetile od esteri dovrebbero essere minimi od assenti, aspetti di fruttati, generalmente descritti come prugna od uva passa, possono essere presenti. Questo è dovuto alle reazioni che avvengono tra malto, bollitura ed invecchiamento. Un aroma molto leggero di tostato può essere presente nelle versioni più scure.
Sapore: Molto ricco e maltato, raramente con un tocco di tostato. Gusto corrispondente all’aroma, dunque decisamente abboccato (caramello, frutta secca), talvolta bilanciato da un lieve apporto di luppolo. Ci sarà sempre una sensazione di alto contenuto alcolico, ma questa dovrebbe essere di morbido e caldo piuttosto che di aspro o bruciante. La presenza di alcoli superiori (alcol amilico) dovrebbe essere da minima od assente. Valori dell'amaro da luppolo da piccoli a nulli. L'amaro da luppolo varia da moderato a basso ma permette sempre che il malto domini il sapore.
Sensazione al palato: Corpo pieno. Carbonatazione bassa.
Storia: Una specialità bavarese prodotta per la prima volta a Monaco dai confratelli di San Francesco da Paola. Le versioni storiche erano meno attenuate rispetto alle odierne , con un conseguente più elevato dolciastro e livelli di alcool più bassi.
Commenti: La maggior parte delle versioni sono scure e possono evidenziare gli effetti della caramellizzazione e dei melanoidi della decozione, ma sono state prodotte anche versioni chiare.
Ingredienti: Malto chiaro (Pils) per le versioni chiare, malti Vienna e Munich per quelle più scure ed occasionalmente una piccola frazione di malto tostato in queste ultime. Luppoli Europei continentali. La durezza dell'acqua è variabile. Lievito lager.
Caratteristiche generali:
O.G. : 1.073-1.120
F.G. : 1.018 - 1.030
IBU : 20 - 40
SRM : 12 - 30
ABV : 7,5% - 12,0%
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